La scuola che non c’era. La Milano Painting Academy, nata solo nel 2021, è stata una scommessa subito vinta, che ha colmato una lacuna nel tessuto artistico e culturale milanese. Lo ha fatto, per di più, ispirandosi al passato e riproponendo una modalità dell’apprendimento e della condivisione propria delle botteghe dei pittori di una volta, dove l’arte si apprendeva osservando e facendo.
Come in quei luoghi, nelle vaste e luminose sale della Milano Painting Academy, gli aspiranti pittori lavorano insieme. Tutti insieme: gli esordienti e gli esperti, gli amatori e i professionisti in cerca di perfezionamento. I loro cavalletti in cerchio assomigliano ai leggii di un’orchestra che produce una musica di segni e di colori (rigorosamente ad olio) dove il direttore è il soggetto posto al centro, pronto a rispecchiarsi negli sguardi attenti e nell’interpretazione di coloro che gli (ri)daranno forma e vita sulle tele.
La pittura e l’apprendimento divengono quindi (o forse bisognerebbe dire ritornano ad essere) uno spazio di condivisione e una pratica, non più separata dalla teoria: un fare nel quale l’occhio e la mano guidano il processo.